Davvero inatteso il mea culpa del vicesindaco Meroi (e precedentemente più velato dell'incauto Sindaco Marini) in merito alla privatizzazione dei servizi urbani considerata una scelta opportuna e obbligata: è tutta colpa di una gestione politica inadeguata e clientelare (questo il significato implicito delle parole di Meroi) che “spartisce” posti ed incarichi non sulla base delle competenze ma sulla base di un tornaconto politico. Questo ha garantito ai partiti (anche ad alcuni di quelli all'opposizione attualmente) e alle coalizioni che hanno governato e governano la città di conservare – anche in virtù di siffatte dinamiche – il potere. Allora meglio il privato, più efficiente e preparato? Forse – però - anche più libero di gestire le risorse umane e finaziarie per fini clientelari e di concussione (Viterbo conosce bene anche questo infame fenomeno); inoltre anche più spregiudicato – si veda il caso della gestione idrica privata di Latina – nel ricavare indebito profitto a scapito dei cittadini.
Forse questi ultimi non si interessano del problema quando fanno la doccia, ma quando arriva la bolletta a casa si pongono molte domande. Un intervento alquanto fuoriluogo quindi quello di Meroi, leader di una coalizione che si pone in totale continuità con la giunta precedente: il responsabile principale della disfatta finaziaria del comune di Viterbo non siede forse nei banchi della maggiornaza come presidente del Consiglio, quasi a riconoscergli un simbolico ma concreto “onore delle armi”? E lo stesso avviene per molti consiglieri comunali e dirigenti confermati nei loro scranni e nelle loro competenze. Certo – mi si dirà – lo hanno voluto i cittadini. Ma supponendo che Meroi abbia ragione, con quali meriti e con quali metodi?
Di quale politica parla Meroi, autorevole esponente del PDL: di quella che ha nominato nella commissione di inchiesta sulla vicenda CEV dei consiglieri coinvolti nella stessa? Certo, in questo caso siamo in piena sintonia con le sue parole: si tratta di una sconfitta della politica. Ma lo lasci dire a noi, almeno in questo caso. Personalmente non dubito della volontà di Meroi di migliorare la gestione pubblica dei servizi cittadini, ma – citando le sue stesse parole - se in virtù della sua posizione “non riesce a svincolarsi dal pregiudizio della scelta di parte, del prevalere della volontà di schieramento, incapace troppo spesso ad anteporre fondamentali interessi comuni a valutazioni miopi e del tutto particolari”, insomma se non riesce a rendersi responsabile di un cambiamento in questa consigliatura e in questa fase della gestione politica, ammetta la sua sconfitta e quella della sua coalizione e rassegni le dimissioni, per il bene della città.
Per l'Associazione per la Sinistra della Tuscia / SeL Viterbo
il Presidente - Umberto Cinalli
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